giovedì 4 ottobre 2007

Il fattaccio di Glasgow...

No, non mi riferisco alla sconfitta del Milan; per lo meno non direttamente. Ciò su cui vorrei intrattenervi è l'episodio accaduto al 91° minuto: il caso Dida.
Diciamo che questa mattina ne ho lette di cotte e di crude tanto sui giornali italiani quanto su quelli d'oltre Manica e, quindi, essendo uno dei pochi a conoscere la realtà dei fatti, ho deciso di fare un po' di chiarezza sugli eventi di Glasgow.
Innanzitutto, bisogna inquadrare il dramma psicologico del gigante brasiliano; la frustrazione che si è sviluppata dentro di lui immediatamente dopo il goal del 2-1. Sì, perché non tutti sanno che Nelson Dida, all'arrivo all'aeroporto di Glasgow, preso da un improvviso attacco di fame bulimica, si è mangiato la bellezza di 3 BigMac e 2 McRoyal Deluxe, rivolgendosi agli sfortunati panini in un improbabile romanesco alla Alberto Sordi ("tu me provochi ed io te magno"). Ebbene, credo possiate facilmente immaginare quanto sia stato devastante per la sua psiche guardare gli avversari esultare per il goal e leggere il nome scritto sulla schiena del marcatore: McDonald. In quel momento sono iniziate le allucinazioni. I compagni di squadra, gli avversari, il pubblico, in pratica tutti i presenti allo stadio si sono improvvisamente trasformati in famelici panini giganti che ridevano di lui e gli si avvicinavano minacciosamente.
Tutto questo sarebbe bastato a ridurre chiunque in stato catatonico, ma il numero 1 rossonero non è una persona qualunque; resiste, chiude gli occhi, inspira profondamente e quando li riapre è tutto normale. Tutto ad eccezione di un uomo misterioso che si dirige con disinvoltura verso di lui. Dall'alto della sua spropositata intelligenza Dida capisce subito che non c'è da aver paura; infatti, con un fine sillogismo homerico (no, l'acca davanti non è un errore...), deduce che quell'individuo non può essere un tifoso scozzese in quanto non indossa il kilt. Abbassa la guardia, lascia che si avvicini ed è qui che si consuma il dramma. L'uomo lo tocca ("sfiora" mi sembrava troppo pacifista e "colpisce" quasi apocalittico); Nelson avverte uno strano formicolio e, sentendosi all'improvviso minacciato, decide di reagire rincorrendo l'aggressore. Purtroppo, però, riesce a fare solo pochi passi prima di accasciarsi al suolo. Sì, perché quell'individuo altri non era che Kenshiro, il famosissimo guerriero che, grazie alla letale tecnica della scuola di Hokuto, è riuscito a mettere KO un gigante come Dida con la semplice pressione di un punto del suo sistema nervoso (tsubo, nda).
La domanda, a questo punto, è solo una: che ci faceva Ken il guerriero a Glasgow? E, soprattutto, perché ce l'ha con Dida? Ai postumi (quelli di Dida dopo l'accoglienza dei tifosi a Malpensa) l'ardua sentenza.
Io un'idea me la sono fatta... secondo me Kenshiro è milanista!

4 commenti:

Pask ha detto...

Egregio giornalista mancato, ma per la carriera di scrittore si puo' fare ancora qualcosa (pensaci Giggì), a parte che sto ridendo da mezzora per il tuo post, a parte che sono felice di aver risvegliato la tua penna con quest'invenzione che ci coinvolge tutti, a parte che quell'Homerico (sì con l'acca), sa molto di Spyder-pork :)), a parte tutto insomma, la penso esattamente come te, tanto è vero che ieri sera su Sportnews.it ho titolato: "DIDA CI PROVA, IL MILAN NEMMENO QUELLO"... AH Ah Ah Ah

Pask ha detto...

p.s. diretto': ho aggiunto al tuo post il video estratto da youtube su Dida, in modo che anche chi non lo ha visto ancora adesso può cominciare a ridere appassionatamente...

Anonimo ha detto...

Ho visto anche io la sceneggiata di Dida. Pensavo che Dida fosse stato punto con una siringa contenente tranquillante per elefanti. Che macchiette... Le squadre italiane fanno sempre delle porche figure a livello internazionale.... Smile.. Ciao, Raf

Luigi ha detto...

Caro presidente, sei sempre generoso con il tuo direttore; al massimo posso essere un "giornalaio" mancato...
Per quanto riguarda la carriera di scrittore, è vero che Giorgio Faletti ha dimostrato che non è mai troppo tardi, ma direi che qualche differenza tra me e lui c'è. Una su tutte l'ispirazione. Per scrivere un libro credo sia necessario "vederlo" già prima di iniziare a scrivere o, per lo meno, avere una base su cui svilupparlo. Io, invece, ho solo questi improvvisi lampi provocati da fatti che mi stuzzicano e non credo siano sufficienti a fare di me uno scrittore.
Grazie, comunque, per la fiducia e non preoccuparti quando non scrivo nuovi post; la penna non dorme... aspetta solo il momento giusto.

Powered By Blogger